Avevo intitolato il mio ultimo post “Gambe in spalla e pedalare”, espressione diffusa nel ciclismo dove si risolvono, con un concetto semplice tutto le frustrazioni, riflessioni e considerazioni che si fanno quando c’è da affrontare una salita, una giornata di tappa o un giro intero. Partire, senza pensarci troppo: conveniente perché poi ti accorgi che stai camminando. E consapevole di ciò, succede per magia che non ti fermi più.

Perché lo dico? Perché un mese fa ho trovato un metodo di scrittura che fa pedalare. Tanto. Sono felice e grato a chi l’ha ideato. A un primo check, dove mi venivano chieste almeno 36 cartelle scritte, ne avevo già riempite 70. Un risultato sorprendente.

Si tratta della stesura del mio romanzo. Per essere precisi, uno dei quattro cominciati e non portati a termine. Lo ammetto, la casualità mi ha fatto conoscere questo metodo, che mi ha chiesto di scrivere, ogni giorno. Io l’ho fatto e per miracolo, ho avuto giornate in cui scrivevo spedito, riempendo anche cinque, sette cartelle in un giorno. E’ la conferma che l’appetito viene mangiando, che scrivere è come fare jogging, per cui una volta partito, hai sempre voglia di correre di più. Sto avendo il giusto ritmo. Non canto ancora vittoria. Non segnalo questo metodo perché voglio testarlo fino in fondo, prima di dargliela vinta.

Solo una considerazione: ho il merito di avere sempre letto articoli sulla scrittura, nuovi blog, consigli di tecnica e di stile. Solo così ho scovato questo metodo. Non ho mollato mai del tutto il sogno, questo è l’insegnamento di questo post. Racconto una mia esperienza e spero sia utile ad altri. Sono uno scrittore che vuole emergere. E che aggiunge alla definizione la specifica “ma state pure comodi”. Questo perché non mi do fretta (e forse sbaglio) e penso che ho di fronte migliaia e migliaia di scrittori emergenti, aspiranti, esordienti. Mi scoraggio, mi avvilisco e annullo le speranze di realizzare il desiderio mio e di molti come me: far leggere ciò che scrivo, ciò che invento, le pagine che riempio ogni giorno. Senza mollare. Solo così ci misureremo col mondo e se meritevoli, sbaraglieremo il campo. Se bravi e astuti ci daremo maggiore visibilità. Se bravi scrittori, infine, saremo apprezzati per ciò che hanno letto. Questo conta. Questo ci darà soddisfazione, secondo me. Oltre le classifiche di Amazon e i piazzamenti nei concorsi letterari. Senza disdegnare però le tecniche che insegnano a promuovere la propria opera prima e portare alla ribalta il romanzo d’esordio. I metodi da soli non bastano, eppure vanno scovati, letti, con la giusta predisposizione, con il fare, l’agire. Dico cose scontate? Bene, lo so. Sono le migliori. Chi diceva cose simili ci è morto, prima di realizzare il suo obiettivo. Adesso è nella Storia. E’ Giovanni Falcone, che disse queste parole: “Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare”.

Imparatele a memoria, poi fatemi sapere. Ciao.